sabato 8 settembre 2012

Le disgrazie del libro in Italia, parole di Papini

Sempre più difficile vendere un libro in Italia? Leggete cosa scriveva Giovanni Papini nel 1953, nel suo pamphlet "Le disgrazie del libro in Italia" (a mio parere lettura indispensabile per tutti i Libristi).

PS: quella nella foto è una splendida libreria di Nantes, davanti alla quale mi sono perso questa estate. Aveva due vetrine piene zeppe di titoli di autori italiani, molti pressoché introvabili da noi....

Quando un italiano, spinto da una inconsueta e incoercibile voglia, desidera leggere un libro, ricorre a uno dei modi seguenti:

1. Lo chiede in omaggio, con un pretesto qualunque, all'editore.
2. Lo chiede in grazioso dono all'autore.
3. Cerca di farselo regalare da qualcuno che l'abbia ottenuto gratis dall'editore o dall'autore.
4. Lo chiede in prestito a un amico, col segreto proposito di non restituirlo mai più.
6. Lo cerca in una biblioteca circolante.
7. Lo ruba, se gli riesce, in casa d'un conoscente o nella bottega di un libraio.

Sol quando tutti questi modi falliscono o si dimostrano impraticabili e impossibili, sol quando ogni tentativo di ottenere il libro senza spendere un centesimo è frustrato, soltanto allora il nostro italiano, se il desiderio o la necessità l'assillano, prende uan decisione eroica e sceglie l'ultimo disperato mezzo: compra il libro con i suoi denari.

(Giovanni Papini, Le disgrazie del libro in Italia, 1953)
 

2 commenti:

  1. Alla lista ormai strafamosa di Papini, nostro nume tutelare, vorrei aggiungere anche:cerca di rubarlo durante una presentazione. A me è accaduto più volte a Firenze, in contesti pubblici e privati. Chi lo fa crede di essere più furbo degli altri, in realtà è solo un ladro anche se di libri!

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  2. Fine ultimo dello scrittore è vendere o essere letto? Credo che la vendita riguardi l'editore. Come autore sarei ben felice di essere letto perché prestato, donato, preso in biblioteca o rubato.

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